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4 – I farmaci
Gli altri farmaci per il diabete
Con l’insulina era stato risolto il problema della sopravvivenza, soprattutto
per le forme più gravi di diabete. Tuttavia la ricerca proseguì, sia nel
tentativo di evitare le iniezioni ripetute, attraverso vie alternative di
somministrazione (orale, transcutanea, nasale) che per sviluppare farmaci
che agissero con meccanismi d’azione differenti. Fu una storia di
osservazioni casuali e intuizioni molto acute.
Le sulfoniluree. Nel 1935 era stato scoperto in Germania l’effetto
antibatterico dei sulfamidici, o sulfoniluree, e già nel 1941 il medico
palermitano Lucio Savagnone ne aveva segnalato, inascoltato, l’effetto
sulla glicemia. Nel 1942, nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di
Montpellier, nella Francia occupata, provando su alcuni
pazienti malati di tifo un nuovo sulfamidico, il VK57 o
2254RP, il medico Marcel Janbon osservò 3 casi di
“incidenti nervosi irreversibili da ipoglicemia”. Si rivolse
perciò al collega fisiologo Auguste Loubatières (1912-
1977), che già si interessava di diabete, il quale dimostrò
che il farmaco poteva in effetti indurre ipoglicemia
nell’animale, purché il pancreas fosse integro.
Si era quindi scoperto che le sulfoniluree potevano abbassare la glicemia.
Bisognò però attendere fino al 1955 perché venissero prodotti i primi due
farmaci utilizzabili per uso umano, la
carbutamide e la tolbutamide. Nel 1969 uscì
la glibenclamide, tuttora in uso come le
successive gliclazide e glipizide, quest’ultima
prodotto della ricerca italiana.
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