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Banting e Best
La sera del 31 ottobre 1920, il dottor Frederick Grant Banting (1891-1941),
reduce dalla guerra in Francia, leggeva un lavoro scientifico che descriveva
come la legatura del dotto che scarica i succhi digestivi nell’intestino
mandasse in atrofia il pancreas esocrino, lasciando però intatte le isole di
Langerhans. Folgorato, annotò: “Legare i dotti pancreatici nel cane, tenerlo
in vita finché gli acini degenerano lasciando intatte le isole. Cercare di trarre
da queste la secrezione interna e curare la glicosuria”.
La settimana successiva era a colloquio con il
professor John James Rickard Macleod (1876-
1935), direttore dell’istituto di Fisiologia
all’Università di Toronto e lui stesso eminente
esperto di metabolismo. Dopo qualche
comprensibile esitazione, McLeod affidò a
Banting un piccolo laboratorio e un giovane
tesista, Charles Herbert Best (1899-1978). Gli
esperimenti iniziarono nel maggio del 1921,
mentre Macleod partiva per le ferie nella natìa
Scozia. Già il 30 luglio il primo preparato di
Banting e Best era in grado di ridurre la
glicemia nella cagnetta diabetica Marjorie,
destinata a passare anch’essa alla storia.
Fra agosto e settembre i due ricercatori proseguirono gli esperimenti, con
molto entusiasmo ma poco metodo, fino al rientro di Macleod.
Quest’ultimo si rese conto immediatamente dell’importanza dei risultati e
si mise personalmente al lavoro con i due e con un esperto biochimico,
James Bertram Collip (1892-1965), che contribuì a perfezionare l’estratto
di pancreas in modo da poterlo iniettare negli esseri umani.
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