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Le urine dolci
Assaggiare le urine era parte integrante dell’arte medica
nell’antichità, anche perché vi erano ben pochi altri metodi
per analizzarle. Il diabete era uno dei rari casi in cui la pratica
si dimostrava utile per porre una diagnosi
in quanto le urine erano abbondanti e
soprattutto dolci, come già noto, fra gli
altri, ai medici Ayurvedici indiani, Galeno,
Avicenna (980-1037) e Giovan Battista
Morgagni (1635-1683). Ma il primo a stabilire la
distinzione fra diabete “mellito”, dove le urine sono
dolci come miele, e le altre forme “insipide” fu l’inglese
Thomas Willis (1621-1675).
Successivamente
Matthew Dobson
(1732-1784) nel 1776
dimostrò che il sapore
dolce è dovuto alla
presenza di zuccheri
capaci di fermentare,
accompagnata da un
aumento di zuccheri
anche nel sangue.
Infine, nel 1815 il chimico francese Michel-Eugène Chevreuil (1786-1889)
identificò come glucosio lo zucchero presente nelle urine dei diabetici e,
nel 1838, il tedesco Hermann Christian von Fehling (1811-1885) mise a
punto un metodo per misurarne la quantità, glicosuria, usato fin quasi ai
giorni nostri.
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