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Il pancreas
Nel 1869 il ventiduenne tedesco Paul Langerhans (1847-1888) descrisse
nella sua tesi di laurea la presenza di piccoli
agglomerati o “isole” di cellule nella compagine
del pancreas, con caratteristiche differenti da
quelle del resto dell’organo. Naturalmente
ignorava che quelle che sarebbero state
conosciute come “isole di Langerhans”
producono insulina e anzi, ignaro di aver
aperto un importante capitolo della medicina,
non si occupò mai di diabete nel resto della sua
breve vita.
Vent’anni più tardi, nel 1889, si ripetè la storia di
Brunner. Come nel 1685, un gruppo di ricercatori
che studiavano il ruolo del pancreas nella digestione
asportarono l’organo da un cane e anche questa
volta dopo l’intervento si manifestarono tutti i
sintomi del diabete. Questa volta però Oskar
Minkowski (1858-1931), il
lituano naturalizzato
prussiano che aveva svolto
l’intervento, si precipitò ad
analizzare l’urina del cane e vi trovò glucosio in
gran quantità. Ripetuto l’intervento su altri
animali, con il medesimo risultato, Minkowski
concluse che il pancreas produce una qualche
sostanza capace di decomporre lo zucchero nel
sangue, in mancanza della quale si manifesta il
diabete.
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