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La nefropatia diabetica


            La glicemia alta può nel tempo danneggiare i capillari dei vari organi. Come

            la retina, anche il rene può esserne colpito manifestando segni che iniziano
            con  un’aumentata  perdita  di  albumina  (microalbuminuria  prima,  poi

            macroalbuminuria) e aumento della pressione arteriosa, fino alla perdita

            progressiva della funzione di depurazione del sangue.

            Il napoletano Domenico Cotugno (1736-1822) fu il primo a descrivere la

            presenza  di  albumina  nell’urina  di  un  paziente  diabetico.  Tuttavia,  con

            qualche eccezione, la trattatistica dell’ottocento trascurò questi aspetti e
            fu  solo  nel  1936  che  gli  americani  Paul  Kimmelstiel  e  Clifford  Wilson

            descrissero  le  manifestazioni  microscopiche  caratteristiche  della

            nefropatia diabetica.

            Nel 1972 il danese Carl Erik Mogensen dimostrò che ridurre la pressione

            arteriosa  previene  la  progressione  della  nefropatia  verso  l’insufficienza
                                                        renale  e,  sempre  negli

                                                        anni  ’70,  a  Londra,

                                                        Harry Keen e Gian Carlo
                                                        Viberti,  identificarono

                                                        nella microalbuminuria

                                                        il  primo  segno  della
                                                        complicanza.





            E’ possibile prevenire la progressione della nefropatia diabetica:

                •  mantenendo l’emoglobina glicata su valori di 53 mmol/mol (7.0%)

                    o più bassi, se possibile;

                •  mantenendo la pressione a 130/80 mmHg o più bassa, soprattutto
                •  utilizzando farmaci protettori del rene (ACE-inibitori, sartani);

                •  controllando  almeno  annualmente  la  presenza  di  albumina

                    nell’urina (esame della microalbuminuria).






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