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La retinopatia diabetica
Già i “soliti” John Rollo e Apollinaire Bouchardat avevano segnalato la
comparsa di disturbi visivi nei pazienti diabetici. Tuttavia, il primo
apparecchio per l’osservazione del “fondo dell’occhio”, o oftalmoscopio, fu
realizzato dal fisico tedesco
Hermann von Helmoltz (1821-
1894) nel 1850. Già nel 1869
fu pubblicato il primo atlante
di oftalmoscopia, ad opera
dell’austriaco Eduard Jaeger
von Jaxxthal (1818-1884), che
comprendeva il disegno di una
retinopatia osservata in un paziente affetto da diabete. Si trattava in realtà
non di retinopatia diabetica ma di un’altra grave patologia, probabilmente
una trombosi.
Anche per la breve aspettanza di vita dei diabetici prima dell’insulina, la
retinopatia non aveva materialmente il tempo per svilupparsi come la
conosciamo oggi. Fu solo nel 1959 che il danese Hans-Walter Larsen
pubblicò il primo atlante fotografico a colori della retinopatia diabetica.
Sempre nel 1959 il tedesco Gerhard Meyer-Schwickerath (1920-1992)
stabilì le basi della fotocoagulazione. L’efficacia del laser nel prevenire la
cecità da retinopatia diabetica proliferante fu stabilita da due dei primi
studi clinici condotti secondo i dettami della moderna ricerca clinica: il
Diabetic Retinopathy Study (DRS) del 1979 e lo Early Treatment of Diabetic
Retinopathy Study (ETDRS) del 1988.
La retinopatia non causa sintomi fin
quando è molto avanzata. Quindi, per
prevenire i danni che il diabete può causare
alla vista è necessario far controllare il
fondo dell’occhio (la retina) almeno ogni 2
anni presso i centri e i medici che eseguono
lo screening della retinopatia.
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